Le «Ombre luminose» di Elsa Morante

Le «Ombre luminose» di Elsa Morante

Troppo religioso per la sinistra, troppo antifascista per la destra, troppo anarchico per i cattolici. Ecco perché Elsa Morante chiarisce subito che por el analfabeto a quien escribo quello che sarà giudicato il suo capolavoro: La Storia. Dedicato a quei piccoli (Lc X-21) evocati nell’esergo del romanzo, ai quali sarebbe stata rivelata una parola – in un linguaggio non umanocapace di consolare le cavie che non sanno il perché della loro morte (Un sopravvissuto di Hiroshima). Ed in generale il perché di quella lunga scia di morti che l’onnivora Storia, ‘uno scandalo che dura da diecimila anni’, ha prodotto e produrrà – e che la Morante rievoca, con tragici ed inesorabili rintocchi, ad ogni inizio di capitolo.

Piccoli come il bambinello Useppe, il pischelletto frutto di uno stupro, che morirà per un attacco epilettico. Piccoli come Iduzza, la donnetta malcresciuta vittima dello stupro, che morirà internata in un ospedale psichiatrico. Piccoli come il giovane Davide, geniale ateo ed ebreo, che morirà per un’iperdose di droga. Tutti morti senza pace. Come, purtroppo, la stessa Elsa. In attesa di un segno? Forse…

Sarà proprio Davide, infatti, poco prima dell’ultimo straordinario monologo in un’osteria di Testaccio dedicato alla perenne alternativa tra il Potere di ogni colore ed il Cristo anarchico, ad evocare questo segno in una poesia, intitolata Ombre luminose, da lui composta e recitata a Useppe:

– E come riconoscerlo? – ho domandato.
E m’hanno risposto:  – Il suo segno
è l’OMBRA LUMINOSA.
Si può ancora incontrare chi porta questo segno
che raggia dal suo corpo ma insieme lo reclude
e perciò si dice LUMINOSA
Ma anche OMBRA.
A percepirlo non basta il senso comune.
Ma come spiegare un senso? Non esiste un codice.
Si potrebbe paragonare al desiderio
che chiama gli innamorati intorno a una ragazza
scontrosa, bruttina, sciatta, ma rivestita
dalle proprie ignare visioni erotiche.
Forse, potrebbe darsene un esempio
nel favore tribale che consacra
i nati diversi dagli altri, visitati dai sogni.
Ma gli esempi non servono.
Forse lo si vede forse lo si ode forse lo si indovina
quel segno.
C’è chi lo aspetta chi lo precede chi lo rifiuta
qualcuno crede di scorgerlo sul punto di morire.
E certo è per quel segno che sul fiume Giordano
fra tutta la folla anonima confusa
a uno il Battista ha detto: – Sei tu
che devi battezzarmi, e chiedi a me il battesimo! -.
Ombre ombre ombre luminose, luminose, lu-mi-no-se…

Ombre luminose, sì, nonostante la Storia. Non a caso la ‘dischiusura’ del romanzo verrà affidata a queste parole: “Tutti i semi sono falliti eccetto uno, che non so cosa sia, ma che probabilmente è un fiore e non un’erbaccia” (Matricola n.7047 della Casa Penale di Turi)