A conclusione del nostro itinerario di musica e contemplazione, proponiamo a chi ci ha seguiti fin qui i due movimenti conclusivi di un’altra Cantata di Johann Sebastian Bach, composta proprio per la seconda domenica di Pasqua.
Nel primo dei due brani, ascoltiamo dapprima una musica eccitata e festosa, che ben si adatta all’atmosfera di Pasqua in cui ci troviamo. Introdotta da un accordo degli oboi d’amore (che ormai sappiamo quanto Bach amasse associare all’idea dell’amore mistico), la voce del basso, che invece è spesso simbolo di Cristo, annuncia ai discepoli la pace, su un tempo lento e cullante. Bach è geniale nel riuscire a contrapporre alla “pace” un altro simbolo musicale che non contrasta violentemente (come la guerra), bensì – con il suo tempo veloce e gaio – presenta un altro modo di essere felici. Ad essa risponde, in una continua alternanza, il coro festoso dei fedeli: verso la fine del movimento l’avvicendarsi della voce di Cristo con quelle dei discepoli è molto più veloce, a suggerire la permanenza del Risorto in mezzo ai suoi.
Infine, proponiamo il brano che concludeva originariamente la Cantata: un corale, ossia la preghiera della Chiesa luterana, che, incentrandosi sul Cristo (la risposta al “Chi cercate?”), ne evidenzia la natura divinoumana e il ruolo di unico mediatore della nostra salvezza.