Si può essere cristiani senza resurrezione? È uno degli aspetti meno condivisi della fede cristiana. Anche tanti battezzati non accettano facilmente la resurrezione. Eppure, Paolo afferma chiaramente che se Cristo non è risorto, la nostra fede è vana (cfr. 1 Cor 15,17). Non si tratta di un “ultimo miracolo”, uno fra i tanti che arriva alla fine in ordine cronologico. Nemmeno si tratta di una sorta di premio concesso dal Padre a Gesù. «Non fu la fede dei discepoli a risuscitare Gesù per loro, ma fu il Risorto da Dio a condurli alla fede e alla sua professione. Il Maestro non vive grazie ai suoi discepoli, sono questi che vivono di lui. Il messaggio della risurrezione è sì testimonianza della fede, ma non un prodotto della fede» (Hans Küng). Senza resurrezione non ci sarebbe fede cristiana, perché rivela veramente chi è Dio e chi è Gesù; ci dice che siamo fatti per la vita e non per la morte. «In essa si manifesta, in modo definitivo e insuperabile, chi Dio sia, cioè colui che con la sua potenza domina sulla vita e sulla morte, sulle cose che sono e su quelle che non sono; colui che è amore e fedeltà creatori, potenza della vita nuova; colui del quale ci si può fidare anche quando tutte le possibilità umane s’infrangono. La risurrezione di Gesù è la rivelazione e realizzazione del regno di Dio annunciato da Gesù. In questo atto Dio ha dimostrato la sua fedeltà» (Walter Kasper).
18. E se Gesù non risorgeva che cosa cambiava?
