Per qualcuno la vita assomiglia ad un vento di tempesta, per altri una brezza leggera. Più spesso i giorni scorrono come l’acqua di un torrente che precipita a valle tra vortici di schiuma.
Non ha tempo di voltarsi indietro l’acqua, ma il ghiacciaio o la sorgente che l’hanno generata, costituiscono una solida sicurezza. Ogni pietra viene avvolta, quasi abbracciata, come l’unica dell’alveo: la gravità però incombe ed è necessario staccarsi per continuare il percorso. Altre pietre, altri orizzonti, fino alla confluenza dove acqua si aggiunge ad acqua che prima o poi si immergerà in mare dimentica persino del proprio nome.
L’acqua conosce il suo destino, eppure continua il suo corso: abbracciare ogni pietra, dissetare le sponde, creare riparo alla vita che popola il suo habitat.
È il coraggio di vivere il momento presente, consapevoli del passato, che non ritorna, ma faro per il cammino, talvolta monito per errori da non ripetere, comunque dono di cui ringraziare per averlo vissuto.
Il presente come unico istante che ci è concesso di vivere, in ozio o in servizio, e così aggiungere giorni ai giorni decidendo se di vita o di morte: istanti colorati di ieri e domani, sospesi tra passato e futuro, da accogliere e di cui far dono.
È la volontà di ricamare sul nostro canovaccio momenti di attenzione e cura per chi ci sta accanto, gratitudine per le piccole cose o felicità per gli avvenimenti.
C’è un tempo per nascere e uno per morire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per cercare e un tempo per perdere …
La vita ha una direzione e un verso: inversioni a U non sono consentite.
Consapevoli che, se la nostalgia paralizza inutilmente, aspettare domani per un gesto d’amore o di perdono potrebbe essere tardi.
Il “nostro” tempo migliore è qui, nell’istante che già prepara il futuro.
“Oggi per questa casa è venuta la salvezza” (Lc 19,9)