Noi siamo il mondo, non altri. E noi che abbiamo deciso di seguire il Vangelo – “Nessuno può servire due padroni … non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24) – siamo diventati schiavi delle “regole” del mercato che di fatto ha diviso il mondo in due.
Noi che viviamo nella casa preparata dallo stesso Padre per tutta l’umanità, siamo i principali responsabili del cambiamento climatico e del degrado del pianeta: è tutto nostro il saccheggio delle sue risorse, dimenticando la loro destinazione universale.
Consumiamo e sprechiamo cose, eventi, persone, cavalchiamo con indifferenza l’onda di ogni riflessione e autocritica, spesso con l’alibi della responsabilità di una famiglia.
Ma “l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali”: una sottomissione rinunciataria alla logica del profitto sorda al grido di oltre 1 miliardo di persone da noi costrette a vivere – cronica crisi – con meno di 1,25 $ al giorno.
Noi soli possiamo sciogliere le catene che ci han resi schiavi degli insostenibili stili di vita, modelli di produzione e schemi di consumo che il nostro mondo ha sviluppato e invertire la rotta, abbandonando la maschera triste dell’Homo oeconomicus.
Per attraversare i giorni nella sapienza di moderazione, misura, equilibrio e umiltà; riconoscere e abitare il limite, vivere con responsabilità nel creato – che ci appartiene, come a tutti i fratelli – attingendo solo quanto basta alle nostre necessità. Recuperare come famiglie la libertà di scelte di sobrietà: “quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci accontentiamoci”.
“Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo 6, 33).