Dioniso contro il Crocifisso?

Dioniso contro il Crocifisso?

Tutto cominciò con una sfida. Come spesso avviene a scuola. Uno studente lasciò sulla cattedra ‘L’anticristo’ di Nietzsche, insieme a un biglietto di auguri: – Buona pasqua e buona lettura, professore! -. Conoscevo bene il testo, ma non lo avevo mai letto in classe. Per la durezza di certi passaggi, per gli equivoci in cui sarebbero potuti incorrere alcuni ragazzi. Ma era una terza liceo classico. Tutti maturandi, molti già maturi. Tentai l’azzardo. Aprii il libro e cominciai a leggere, scandendo bene le parole:

“ … Che cosa è bene? Tutto ciò che nell’uomo accresce il senso di potenza, la volontà di potenza e la potenza stessa … Che cosa è felicità? Sentire che la potenza cresce, che una resistenza viene vinta. Non appagamento, ma più potenza … non virtù, ma valentia (virtù nello stile rinascimentale, virtus libera da ipocrisie morali) … II problema che io qui pongo non è che cosa debba sostituire l’umanità nella successione delle specie (- l’essere umano è una fine -); piuttosto che tipo di uomo si debba educare e volere, perché di maggior valore, più degno di vivere e più sicuro di un  futuro …”

Alzai lo sguardo lo sguardo e vidi i volti gagliardi e sorridenti dei ragazzi. Simili, immaginai, ai “piccoli lettori” di Collodi, pronti a completare l’incipit del romanzo – “C’era un volta…” – con l’espressione “…un re!”. Inconsciamente desiderosi, quindi, di quei valori di forza e di potenza che già costrinsero l’inconsapevole Pinocchio nei ruoli da burattino di volta in volta assegnati dal Potere di turno. Proseguii nella lettura:

“ … Questo tipo di maggior valore è già esistito piuttosto spesso: ma come caso fortuito, un’eccezione, mai perché voluto. Anzi esso è stato invece il più temuto: finora ha costituito il temibile per eccellenza. E per paura è stato voluto, educato e ottenuto il tipo opposto: l’animale domestico, la bestia da gregge, l’uomo bestia malata, – il cristiano … Il cristianesimo ha intrapreso una guerra senza quartiere contro questo superiore tipo di uomo, ne ha scomunicato tutti gli istinti fondamentali e ne ha distillato il male, l’uomo cattivo – l’uomo forte come il riprovevole, come ‘l’abietto’ –  ha fatto un ideale dell’opposizione agli istinti di conservazione della vita forte …”

Qui cominciò ad aggrottarsi qualche sopracciglia per un uso poco educato, quasi scorretto, di alcune parole che sono tabù nei paraggi di certa borghesia (tipo superiore, debole, malriuscito, etc.). Ma la presenza della parola cristianesimo funzionò da garanzia per la bontà del resto della frase. Continuai a leggere:

“… Che cosa è male? Tutto ciò che discende dalla debolezza … Primo principio del nostro amore per gli uomini: i deboli e i malriusciti dovranno soccombere. Inoltre li si dovrà aiutare in tal senso. Che cosa è più dannoso di qualsiasi vizio? – La compassione attiva per tutti i deboli e i malriusciti – il Cristianesimo [perchè] ha preso le parti di tutto ciò che è debole, vile, malriuscito … ”

A questo punto un certo brusio di disapprovazione si levò, alcuni studenti si guardarono tra di loro, uno infine chiese il permesso di avvicinarsi per verificare se stessi veramente leggendo quelle parole dal libro. Mi sembrò il momento giusto per tirare fuori dal cilindro, o meglio dalla borsa, un testo di René Girard che quel giorno avevo casualmente con me, e lessi un paio di citazioni in esso presenti tratte dai Frammenti Postumi (1888-1889) di Nietzsche:

“ … L’individuo fu ritenuto dal cristianesimo così importante, posto da esso in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani … La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di auto superamento, perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato …”

“ … Dioniso contro il ‘Crocifisso’: eccovi l’antitesi. Non è una differenza in base al martirio – solo esso ha un altro senso … Si indovina che il problema è quello del senso del dolore: del senso cristiano o del senso tragico… Nel primo caso sarebbe la via che porta a un essere beato, nel secondo l’essere è considerato abbastanza beato da giustificare anche un’immensità di dolore … Il Dioniso fatto a pezzi è una promessa alla vita: essa rinascerà e rifiorirà eternamente dalla distruzione … ”  

In quel momento suonò la campanella. Avevo finito, ma non avrei potuto aggiungere altro. Uno strano silenzio era sceso nella classe. Chiusi ‘L’Anticristo’. Presi il biglietto d’auguri. Feci armi e bagagli. Salutai gli studenti augurando buona pasqua ed uscii.

Dicono – ma sono voci di corridoio – che alcuni di loro, ritrovata la parola, borbottarono tra i denti: “diavolo d’un prof.! Se continuava a leggere Nietzsche ancora per qualche momento, quasi quasi rischiavamo di riavvicinarci al cristianesimo”.  Sì, come scrisse Origene, lo spettacolo della Croce ha veramente beffato Satana. E Nietzsche, per quanto mi riguarda, è stato e resta tutt’altro che un satanasso, ma il primo anticristo profeta del cristianesimo…