Chi cercate? è una domanda impegnativa, decisiva. Chi cerchiamo nella vita? Di chi abbiamo bisogno? Chi è veramente importante per noi?
«Il cercare non è mai neutro. Si cerca per amore o per odio. Per dare la vita o per uccidere. Nessuna ricerca è neutra» (Silvano Fausti). Si cerca anche per un bisogno, per una mancanza che ci abita. È il segno che non siamo individui autosufficienti, non bastiamo a noi stessi. Esistiamo solo nella relazione, solo insieme a qualcuno.
L’interrogativo, in forma leggermente diverse, apre e chiude il Vangelo di Giovanni. Che cercate? chiede Gesù ai due discepoli del Battista che lo stanno seguendo (Gv 1,38). Chi cercate? chiede sempre Gesù ai soldati venuti ad arrestarlo (Gv 18,4). E a Maria di Màgdala, fuori dal sepolcro, si rivolge domandando Chi cerchi? (Gv 20,15).
Gesù ha uno stile preciso. Pone domande, per prima cosa; non insegna per decreti e sistemi che calano dall’alto. Le domande ci mettono “in moto”, danno spazio a noi, alle nostre aspettative. Le domande ci pongono davanti alla questione del senso.
Il cristiano non è un militante, ma un cercatore di Dio. Non uno che possiede, sa, è già arrivato, ma uno che dall’impatto con Gesù è condotto ogni giorno a riprendere a interrogarsi e a rinnovare l’amore. «La domanda che Gesù pone chiede di andare a fondo del proprio desiderio, della propria ricerca e delle proprie motivazioni» (Luciano Manicardi). È il Vangelo lascia intuire un itinerario: i discepoli di Giovanni cercano l’Agnello di Dio che per loro è ancora una figura indeterminata. I soldati cercano Gesù di Nazaret. Maria cerca Gesù crocifisso, che è anche il Risorto.
Nella Bibbia, la ricerca è associata anche al tema della sapienza, la capacità di riconoscere la verità (cfr. Sap 6,14; 8,2) e alla ricerca dell’amato che riempie l’esistenza (cfr. Ct 3,2). La risposta sta sempre in un itinerario che nessuno può compiere al mio posto. Bisogna seguire i passi di Gesù, scoprire dove abita. Fino in fondo, fino alla sua morte, per scoprire che la conclusione è in realtà la vita. Chi cerca trova, si dice. Ma si può dire anche: chi cerca prova. Bisogna provare, buttarsi, esplorare una via. D’altra parte, chi si ferma è perduto, non arriva da nessuna parte. Avanti, allora!
“Le tre donne al sepolcro del Risorto” (2007), acquerello di Velasco Vitali, tratto dal Lezionario domenicale e festivo della Chiesa Cattolica Italiana